Giugno: Maria Claudia Vincenti

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Ci sono diversi modi per descrivere come sia variegata e complessa la professione del medico veterinario.
Abbiamo pensato di farvi raccontare la professione proprio da chi la vive sulla sua pelle quotidianamente: i medici veterinari iscritti al nostro Ordine.
Ogni mese troverete una testimonianza di un Medico Veterinario valdostano che, con immagini e parole, vi descriverà la sua attività professionale.

 

  1. Nome e Cognome
    Maria Claudia Vincenti.

  2. Perché hai deciso di iscriverti a Medicina veterinaria?
    Perché era il mio sogno fin da quando ero bambina, gli animali per me sono sempre stati fonte di grande attrazione e di coinvolgimento.

  3. Come sono stati gli anni dell’Università?
    Molto faticosi ma al contempo divertenti.
    Per quasi tutto il periodo dell’Università ho cercato di guadagnarmi qualche soldo, cosa che era possibile perché in quegli anni la frequenza non era ancora obbligatoria. Nonostante lo studio e il lavoro rimaneva comunque del tempo da trascorrere con gli amici, e a quell’età l’energia per divertirsi non mancava.

  4. Quando ti sei laureato/a?
    Mi sono laureata nel ‘93, a Torino, con una tesi sperimentale di Istopatologia sulle lesioni polmonari nel gatto Fiv positivo.

  5. Quando ti sei iscritto/a all’Ordine?
    Sempre nel ’93, subito dopo aver sostenuto l’esame di Stato.

  6. Ricordi come è stato il tuo primo giorno di lavoro?
    Non ho un ricordo preciso del primo giorno di lavoro… ricordo però l’aumento della frequenza respiratoria e cardiaca con corredo di crampi addominali, nei primi tempi dopo la laurea, ogni volta che suonava il telefono in reperibilità o quando ho dovuto affrontare le prime anestesie senza il supporto di qualcuno più esperto.

  7. Di cosa ti occupi ora nello specifico? Vuoi descriverci in cosa consiste la tua attuale attività professionale?
    Dopo molti anni di libera professione in medicina e chirurgia dei piccoli animali, ho voluto ritagliarmi del tempo per approfondire argomenti che mi avevano sempre affascinato: l’etologia e la medicina comportamentale. Così ho frequentato la Scuola di Specializzazione di Milano in etologia applicata e benessere animale e il Master di medicina comportamentale di Pisa.
    Inizialmente avevo focalizzato i miei studi sui piccoli animali, dedicando parte del mio tempo lavorativo alle visite comportamentali. In seguito ho potuto applicare quanto avevo imparato alla scuola di Milano nel settore degli animali da reddito. Infatti, in seguito al mio trasferimento in Valle d’Aosta, ho avuto l’opportunità di lavorare presso il Servizio Veterinario nell’area di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche.
    Così quotidianamente mi devo confrontare con le problematiche riguardanti il benessere attraverso l’ispezione diretta degli animali, la farmacosorveglianza, la verifica delle analisi del latte prodotto nelle aziende, la verifica dei requisiti strutturali dei locali che ospitano gli animali, sia in sede d’ispezione, sia in sede di progettazione. È un lavoro molto vario, interessante, non sempre facile e qualche volta, per me, un po’ troppo burocratico.

  8. Operi in un settore in cui c’è molta concorrenza?
    Se si parla di graduatorie o di concorsi, la concorrenza è grande, vista la scarsità di posti di lavoro in tutti i campi del settore veterinario.
    All’interno del servizio veterinario, invece, c’è buona collaborazione e il lavoro tra i colleghi è uniformemente distribuito.

  9. Come cerchi di differenziarti dai tuoi colleghi per proporti alla tua potenziale clientela?
    Nel lavoro della medicina veterinaria pubblica esiste il problema contrario: l’obiettivo generale, richiesto anche dal Sistema Qualità, è quello di uniformare i comportamenti di tutti i veterinari che vi operano.

  10. Ti senti realizzato/a nella tua attività professionale?
    Complessivamente sì.
    Svolgo un lavoro che è in linea con i miei ideali. Qualche volta, nel quotidiano, quando vivo la frustrazione di non riuscire a fare di più, il sentimento di gratificazione viene a mancare. Inoltre, nel campo della veterinaria pubblica non sempre si ha un immediato riscontro del lavoro svolto.
    Sono riuscita anche a mantenere un piccolo spazio, rubato alla famiglia, per continuare a fare la comportamentista, lavoro che mi gratifica, non solo quando il paziente migliora, ma soprattutto quando si riesce a instaurare un buon rapporto di collaborazione con i clienti.

  11. Come sono i rapporti con i Tuoi colleghi?
    Molto buoni.
    Quando mi sono trasferita in Valle, non conoscevo nessuno, e devo ammettere che avevo un po’ di timore riguardo all’inserimento nel mondo lavorativo, invece sono stata accolta con grande disponibilità e amicizia da tutti i colleghi con cui ho lavorato.

  12. Come sono i rapporti con il Tuo Ordine?
    Ottimi. Sono iscritta all’Ordine di Aosta da pochi mesi, prima ero iscritta a quello di Torino, e ho già ricevuto l’invito a partecipare a questa iniziativa!!

  13. Hai un aneddoto professionale particolarmente interessante e/o divertente che vuoi raccontare?
    Mi è capitato di dover curare un leprotto per una ferita da arma da fuoco ad una zampa, e fino a qui nulla di speciale. La particolarità della situazione era legata al fatto che chi me lo portò era il cacciatore che poco prima gli aveva sparato e che non aveva avuto il coraggio di finirlo. Credo che questo episodio sia una chiara dimostrazione di incoerenza umana … ma sicuramente molto apprezzata dal leprotto.

  14. Come fai a conciliare il tempo da dedicare al lavoro con il tempo da dedicare alla famiglia?
    Dopo anni di “vita di ambulatorio”, senza orari sicuri, giorni festivi e il telefono che squillava anche di notte, oggi non mi sembra vero di finire di lavorare alle cinque e poter pensare con tutta calma a cosa preparare per cena.
    Inoltre adesso i figli, due, sono grandi e abbastanza autonomi, perciò mi resta anche un po’ di tempo da dedicare a me stessa.

  15. Cosa ti senti di consigliare a chi vorrebbe cominciare la tua professione?
    Oggi, per affrontare i diversi campi della medicina veterinaria in modo professionale e competente, è necessario specializzarsi in un preciso settore, consiglierei, però, di non perdere quella visione d’insieme che ha sempre contraddistinto la nostra figura professionale.

  16. Hai qualche sogno nel cassetto per il tuo futuro?
    Avere tempo e possibilità di viaggiare.

  17. Hai qualche rimorso o rimpianto per il tuo passato?
    No. Sono contenta di quello che ho raggiunto e credo che tutte le scelte fatte, anche quelle “sbagliate” abbiano contribuito ad arrivare fino a qui.

  18. Concludi la tua intervista con un tuo pensiero in piena libertà che rappresenta il tuo quotidiano operare o la tua filosofia di vita (proverbio, riflessione, citazione etc..).
    “Lavora come se tu non avessi bisogno di guadagnare, ama come se tu non fossi mai stato ferito e balla come se nessuno ti stesse guardando.”
    Madre Teresa di Calcutta.