Ci sono diversi modi per descrivere come sia variegata e complessa la professione del medico veterinario.
Abbiamo pensato di farvi raccontare la professione proprio da chi la vive sulla sua pelle quotidianamente: i medici veterinari iscritti al nostro Ordine.
Ogni mese troverete una testimonianza di un Medico Veterinario valdostano che, con immagini e parole, vi descriverà la sua attività professionale.
- Nome e Cognome
Sergio Gal. - Perché hai deciso di iscriverti a Medicina veterinaria?
La decisione di iscrivermi è nata dopo avere maturato esperienze lavorative in altri settori (prima operaio metalmeccanico poi tecnico di laboratorio fotografico) che mi avevano condotto in una grande città come Torino, dove ho vissuto per circa 8 anni.
Il desiderio di tornare a vivere in ambito rurale ed in particolare nella mia terra di origine, è stata la motivazione principale di tale scelta.
Le opportunità occupazionali in ambito rurale (animali da reddito) che tale programma di studi presentava sulla carta mi hanno orientato su Medicina Veterinaria piuttosto che su Agraria. - Come sono stati gli anni dell’Università?
Non sono sicuramente stati gaudenti in quanto ho affrontato i primi anni di corso alternando l’attività lavorativa alla frequenza nei ritagli di tempo, quindi in maniera non regolare, dei corsi che mi interessavano.
Oltre al tempo dedicato allo studio a casa non rimaneva certo tempo per far altro. Gli ultimi 2 anni di corso li ho trascorsi a tempo pieno in università con la fretta di finire, visto che ero già avanti con gli anni e che stavano finendo pure i fondi accantonati allo scopo. - Quando ti sei laureato/a?
La laurea l’ho conseguita nel 1984, al primo anno fuori corso e alla “veneranda “età di 34 anni. - Quando ti sei iscritto/a all’Ordine?
Mi sono iscritto all’ordine nella primavera 1985 dopo aver trascorso l’inverno come tirocinante con il dott.Baldini, “maestro di vita”, e sbarcando il lunario come lavorante nel settore zootecnico. - Ricordi come è stato il tuo primo giorno di lavoro?
Il primo giorno di lavoro me lo ricordo: sono stato chiamato a sostituire un collega incaricato della FA che si era ammalato; le mie esperienze erano molto limitate e legate al fatto di avere assistito ad alcune inseminazioni con l’uso della pinza cervicale e dello speculo (metodo italiano si diceva allora), attrezzi che tra l’altro non possedevo ancora.
Il kit lasciatomi dal collega che dovevo sostituire invece era sprovvisto di pinza in quanto adottava già il “nuovo” metodo bimanuale.
Non avendo pratica sufficiente il primo giorno fecondai le vacche con una mano nel retto e una in vagina per guidare il pistolet in cervice (ho scoperto poi che si trattava di un metodo russo).
Il giorno seguente mi recai con la giardinetta al macello di Torino dove feci incetta di uteri per esercitarmi. Le fecondazioni o per lo meno le inseminazioni seguenti sono state portate a termine con il metodo ancora in uso oggi. - Di cosa ti occupi ora nello specifico? Vuoi descriverci in cosa consiste la tua attuale attività professionale?
Da oltre 20 anni sono veterinario dipendente (oggi si dice dirigente) dell’ USL della VDA occupandomi di Sanità Animale.
I compiti di tale settore sono legati originariamente alla prevenzione della propagazione delle malattie infettive, degli animali da reddito e non, agli altri animali e all’uomo.
Tali attività sono spesso attuate all’interno di piani nazionali di controllo o di eradicazione di malattie specifiche che per un certo periodo hanno costituito buona parte della nostra attività (vedi piani di risanamento per tbc,brc e lbe).
Altro settore di interesse della sanità Animale e di cui mi occupo quotidianamente è quello dell’igiene urbana veterinaria, comprendente sia il controllo del randagismo con la corretta gestione degli animali di città e la prevenzione dell’abbandono, sia la sorveglianza del canile sanitario.
Rientra nell’ambito dell’igiene urbana anche la valutazione dei cani impegnativi e a rischio di morsicature per mezzo di prescrizioni o provvedimenti prescrittivi a tutela dell’incolumità delle persone.
A seguito dell’avviamento verso l’eradicazione delle malattie storiche come tbc e brc e a seguito del progressivo inurbamento della popolazione e la conseguente convivenza in tale ambito con animali di affezione e sinantropi, oltre che alla comparsa di zoonosi emergenti in tali contesti, sono chiamato sempre più spesso a fornire risposte chiare agli amministratori e ai cittadini su problematiche che emergono quotidianamente. - Operi in un settore in cui c’è molta concorrenza?
Attualmente la figura del Veterinario pubblico sta attraversando un periodo di trasformazione, da una parte per il proprio ruolo che diventa sempre più incentrato sullo strumento del controllo ufficiale.
Tale attività, costituisce attività rutinaria di tutti i veterinari pubblici, e consiste nel verificare non più solo la presenza di una malattia contagiosa o trasmissibile ma, nel verificare se l’allevatore (oggi si dice OSA) adotta tutte le misure per ridurre il rischio di introdurla in allevamento (tramite l’adozione di buone pratiche zootecniche, la tracciabilità degli animali e degli alimenti somministrati, pratiche di biosicurezza e rispetto del benessere gli animali).
Tutto a garanzia della sicurezza alimentare per il consumatore finale che è sovrano (perché se sicuro delle garanzie fornite, consuma e tiene in piedi un sistema, mentre in caso di insicurezza rivolge i propri consumi verso altre derrate alimentari).
La trasformazione in atto è legata anche al periodo congiunturale e politico che nel servizio pubblico vede soprattutto i costi elevati e l’inefficienza con una conseguente politica di tagli e privatizzazione di molti servizi.
In questo contesto la concorrenza assume un significato nuovo, previsto tra l’altro contrattualmente nei compiti dei veterinari LP convenzionati che…..devono concorrere con i dipendenti per assicurare i compiti istituzionali di sanità pubblica veterinaria.
Quindi per me il concetto di concorrenza va inteso come “correre con qualcuno per raggiungere qualcosa” e in tal senso va esteso a tutti i veterinari anche privati che, con ruoli diversi, devono occuparsi della salute degli animali affinché producano alimenti sani e sicuri.
Tale sinergia con il veterinario aziendale LP è probabile che in futuro sia intensificata con la valorizzazione e maggiore responsabilizzazione di questa figura professionale nel controllo della filiera alimentare. - Come cerchi di differenziarti dai tuoi colleghi per proporti alla tua potenziale clientela?
Premesso il concetto di concorrenza, considerato l’esigenza comunque di differenziare le competenze all’interno del servizio, oltre alle attività prima citate attualmente parte della mia attività è rivolta insieme ad altri colleghi all’implementazione di sistemi di gestione della qualità dei servizi del dipartimento di prevenzione secondo le norme ISO 9001 della struttura di appartenenza.
Mi occupo bene o male a tempo perso, ahimè, anche dei problemi sindacali di categoria nella veste di Segretario regionale del SIVeMP. - Ti senti realizzato/a nella tua attività professionale?
In tutte le mie attività la realizzazione non può essere vista come un fine ma solo un continuo diventare, mettendo in discussione giorno per giorno ciò che viene fatto, domandandosi se poteva essere fatto meglio. - Come sono i rapporti con i Tuoi colleghi?
Non possono che essere ottimi e devo dire che in momenti di difficoltà e cambiamento un buon rapporto con i colleghi “concorrenti” è quello che ti incoraggia a recarti sul posto di lavoro. - Come sono i rapporti con il Tuo Ordine?
I rapporti con l’attuale Ordine di Aosta sono ottimi e ne apprezzo le iniziative a tutela della categoria oltre che l’impegno dei suoi componenti nei rispettivi settori di appartenenza; tale istituzione può inoltre rappresentare uno dei punti di incontro privilegiati di tutte le anime della veterinaria.
Devo ammettere tuttavia, pur avendo in passato fatto parte di un direttivo dell’ordine, che la mia presenza non è regolare alle assemblee anche per impegni famigliari.
A livello nazionale in un momento in cui si evocano nuovi modelli di sviluppo per il nostro paese, concordo sul fatto comunque che gli ordini professionali debbano essere riformati radicalmente per non essere accusati di essere un freno, anziché un motore a tale cambiamento. - Hai un aneddoto professionale particolarmente interessante e/o divertente che vuoi raccontare?
Mi viene in mente la risposta datami di recente da un’allevatore a seguito di una raccomandazione nel corso di un controllo ufficiale sulla modalità di migliorare la tracciabilità nel movimento dei propri animali “ha fatto bene a dirmelo dottore, potrebbe arrivarmi un controllo (da parte di chi non lo ha detto), non si sa mai!” - Come fai a conciliare il tempo da dedicare al lavoro con il tempo da dedicare alla famiglia?
Il lavoro da dipendente offre alcuni vantaggi rispetto alla libera professione: lo stipendio assicurato a fine mese, un orario solitamente diurno da rispettare con le festività e ferie pagate (non è previsto che si lavori meno che altrove nonostante ciò che pensi il buon Brunetta).
La scelta di diventare veterinario dipendente sicuramente ha risentito della prospettiva di poter conciliare l’attività lavorativa con i numerosi impegni famigliari. - Cosa ti senti di consigliare a chi vorrebbe cominciare la tua professione?
Consiglierei di guardarsi intorno, considerando (in un periodo di saturazione degli impieghi tradizionali) la possibilità di acquisire competenza in settori nuovi, come la sicurezza alimentare, la tutela e la valorizzazione di produzioni tipiche o di nicchia, la gestione dell’ambiente ecc.
Ricordando che il mercato del lavoro oggi non richiede attestati o fogli di carta, ma persone formate e competenti. - Hai qualche sogno nel cassetto per il tuo futuro?
Mi piacerebbe praticare, tempo permettendo in futuro, la sperimentazione dell’agopuntura sugli animali da reddito (sono attualmente l’unico agopuntore valdostano inserito nell’albo della SIAV- società italiana di agopuntura veterinaria– dopo aver frequentatoo il coso triennale) e, acquisito una buona esperienza, diffondere tale pratica ai colleghi. - Hai qualche rimorso o rimpianto per il tuo passato?
Non ho rimorsi anche perché il presente è tale perché non poteva essere diversamente. - Concludi la tua intervista con un tuo pensiero in piena libertà che rappresenta il tuo quotidiano operare o la tua filosofia di vita (proverbio, riflessione, citazione etc..).
Il segreto della felicità (sul lavoro) non è di fare quello che si vuole, ma di volere quello che si fa (L.Tolstoj)
Se poi ami il lavoro che fai, non lavorerai neanche un giorno della tua vita (Confucio).