Ci sono diversi modi per descrivere come sia variegata e complessa la professione del medico veterinario. Abbiamo pensato di farvi raccontare la professione proprio da chi la vive sulla sua pelle quotidianamente: i medici veterinari iscritti al nostro Ordine.
Ogni mese troverete una testimonianza di un Medico Veterinario valdostano che, con immagini e parole, vi descriverà la sua attività professionale.
- Nome e Cognome
Anna Cane Visconti. - Perché hai deciso di iscriverti a Medicina veterinaria?
Mi sono iscritta a veterinaria perchè rappresentava un buon compromesso fra il mio interesse verso la medicina e quello verso il mondo animale. - Come sono stati gli anni dell’Università?
Sono passati tanti di quegli anni!
Ricordo la sede di Torino in via Nizza, che adesso non c’è più, il profumo del caffè tostato della torrefazione davanti, tante ore a studiare e tante anche a scoprire il mondo. - Quando ti sei laureato/a?
Nel luglio del 1979. - Quando ti sei iscritto/a all’Ordine?
Gennaio 1980, credo di essere stata la prima donna in VdA. - Ricordi come è stato il tuo primo giorno di lavoro?
Se devo essere sincera, non ricordo il primo caso, ma l’emozione di vedere aprire la porta dell’ambulatorio, e alla domanda: “scusi, c’è il dottore?” poter rispondere “Sono io!”. - Di cosa ti occupi ora nello specifico? Vuoi descriverci in cosa consiste la tua attuale attività professionale?
Mi occupo di cura degli animali da compagnia, medicina di base e piccola chirurgia.
Per la chirurgia più impegnativa mi appoggio a colleghi con struttura più attrezzata della mia. - Operi in un settore in cui c’è molta concorrenza?
Quando mi sono iscritta all’ordine eravamo una ventina, adesso siamo, mi pare, in 103…e la popolazione valdostana non è quintuplicata nel frattempo. - Come cerchi di differenziarti dai tuoi colleghi per proporti alla tua potenziale clientela?
Ho la fortuna di avere un cognome facile da ricordare per i clienti, quando poi vedono sul diploma che la laurea mi è stata conferita dal prof. Cavallo…
A parte gli scherzi, non cerco di differenziarmi dai colleghi, cerco semplicemente di fare il mio lavoro meglio che posso, rispettando l’animale che sto curando e il suo padrone. - Ti senti realizzato/a nella tua attività professionale?
Complessivamente sì. - Come sono i rapporti con i Tuoi colleghi?
Direi buoni anche se non frequentissimi. - Come sono i rapporti con il Tuo Ordine?
Idem, pochi ma buoni. - Hai un aneddoto professionale particolarmente interessante e/o divertente che vuoi raccontare?
Ricordo con tenerezza un omone grande e grosso, molto rude, che arrivò con un minuscolo gattino nero in tasca, dicendomi che se fosse stato per lui l’avrebbe buttato in Dora, ma la moglie voleva curarlo.
Mentre visitavo il gattino a poco a poco scoprii che il gattino era orfano ed era stato l’omone ad allevarlo, alzandosi di notte per dargli il latte e controllare che non avesse freddo e che guai se fosse morto perchè gli era affezionatissimo.
Trent’anni fa quando mi portavano un gatto quasi si vergognavano a farlo curare, mi chiedevano scusa per il disturbo. - Come fai a conciliare il tempo da dedicare al lavoro con il tempo da dedicare alla famiglia?
Non è sempre facile, prima i bambini da seguire, adesso i genitori anziani e un marito non in perfetta salute.
Ma sono problemi comuni a tutte le persone che lavorano.
La nostra professione rispetto ad altre ci permette entro certi limiti di organizzarci gli orari come meglio crediamo.
Da qualche anno visito su appuntamento, così posso gestire meglio le cose. - Cosa ti senti di consigliare a chi vorrebbe cominciare la tua professione?
Di ricordarsi sempre “Primum non nocere”. - Hai qualche sogno nel cassetto per il tuo futuro?
Ho ancora un armadio pieno di sogni, non un cassetto!
Per esempio andare ad Amorgos a conoscere di persona i veterinari che vi lavorano per conto di Animal Zone, un’associazione internazionale che si prende cura degli animali randagi, con cui collaboro via mail. - Hai qualche rimorso o rimpianto per il tuo passato?
Non in particolare. - Concludi la tua intervista con un tuo pensiero in piena libertà che rappresenta il tuo quotidiano operare o la tua filosofia di vita (proverbio, riflessione, citazione etc..).
“Conosci te stesso.”
È un consiglio che risale a più di 2000 anni fa, ma credo che sia fondamentale per vivere serenamente evitando di fare scelte non consone al nostro carattere.