Ci sono diversi modi per descrivere come sia variegata e complessa la professione del medico veterinario. Abbiamo pensato di farvi raccontare la professione proprio da chi la vive sulla sua pelle quotidianamente: i medici veterinari iscritti al nostro Ordine.
Ogni mese troverete una testimonianza di un Medico Veterinario valdostano che, con immagini e parole, vi descriverà la sua attività professionale.
- Nome e Cognome
Francesco Orlandi. - Perché hai deciso di iscriverti a Medicina veterinaria?
Ho respirato aria di medicina fin da bambino e quando poi è stata l‘ora di decidere il cammino era già tracciato.
La scelta poi di intraprendere la via della veterinaria è stata probabilmente determinata dalla continua meraviglia che mi suscitavano e mi suscitano ancora i nostri animali da compagnia che sono sempre pronti a seguirci a festeggiarci malgrado le nostre mancanze e le nostre disattenzioni. - Come sono stati gli anni dell’Università?
Ho studiato a Parma città piacevole, vivibile, a misura d’uomo.
Ho quindi trascorso molto serenamente gli anni universitari. Anzi forse direi fin troppo! - Quando ti sei laureato/a?
Ottobre 2004. - Quando ti sei iscritto/a all’Ordine?
Alla fine dello stesso anno. - Ricordi come è stato il tuo primo giorno di lavoro?
Un incubo.
Ricordo che nel piccolo studio che avevo rilevato da un collega mentre io e mia madre stavamo riassettando le cose entrò una signora di Valtournenche convinta di trovare l’altro veterinario.
Nella confusione di quella prima visita mi dimenticai persino di farle pagare il vaccino… - Di cosa ti occupi ora nello specifico? Vuoi descriverci in cosa consiste la tua attuale attività professionale?
Lavoro in una clinica veterinaria a Chatillon e mi occupo principalmente di animali da affezione.
In più il mio collega è anche buiatra e quindi gli do una mano nella gestione degli allevamenti.
Per fortuna questa combinazione vuole dire lavoro, ma vuole anche dire tante ore di impegno e tanti km di macchina da dedicare alla causa!!!!! - Operi in un settore in cui c’è molta concorrenza?
Sicuramente c’ è concorrenza ma non è selvaggia.
Per quanto mi riguarda non mi faccio problemi a chiedere collaborazione, quando fosse necessaria, ai colleghi. - Come cerchi di differenziarti dai tuoi colleghi per proporti alla tua potenziale clientela?
La mia idea è che una effettiva differenziazione non ci sia.
Mi spiego meglio. I numeri della realtà regionale (ovvero un quartiere di Milano) fanno si che non si possa avere clientela e casistica per vivere di sola specializzazione.
Questo ha per conseguenza che ci sono colleghi che hanno sì interessi in branche differenti della medicina, ma non tali da essere definiti “specializzazione”. Ecco quindi che oltre al continuo aggiornamento che siamo tenuti tutti ad affrontare l’arma in più è la disponibilità e la cortesia nei confronti dei clienti. - Ti senti realizzato/a nella tua attività professionale?
Si. E’ pero del tutto normale aspirare a migliorarsi sempre, perché se c’è una professione dove non si finisce mai di saperne abbastanza è la nostra! - Come sono i rapporti con i Tuoi colleghi?
Cordiali con molti, ma non con tutti - Come sono i rapporti con il Tuo Ordine?
Inizialmente sono stato latitante, ma da qualche anno a questa parte direi di essere decisamente presente. Saranno i primi capelli bianchi! - Hai un aneddoto professionale particolarmente interessante e/o divertente che vuoi raccontare?
Fantastico.
Ricevo una chiamata da parte di una signora che mi dice che il marito mi avrebbe portato a vedere la sua gatta: ”Dottore, si ricordi che mio marito non ci vede benissimo quindi state attenti quando aprite la cassetta”. Al pomeriggio arriva come previsto il signore con la gatta da visitare e memore di quello che mi aveva detto la signora chiedo un poco di collaborazione: ”mi tenga un secondo la gatta”. Come non detto questa sguscia dalle sue mani scende dal tavolo da visita. Si nasconde sotto la scrivania. Mi avvicino e mi chino a carponi. La gatta soffia, al ché chiedo al signore: ”visto che la gatta la riconosce, ha voglia di aiutarmi a tenerla un secondo?” Lui si avvicina con fare incerto, poggia la mano sulla mia testa e dice: “gattina ma quanto sei cresciuta!!!”.
Pochi attimi di imbarazzante silenzio e poi lui: ”ah scusi è lei Dottore…”. - Come fai a conciliare il tempo da dedicare al lavoro con il tempo da dedicare alla famiglia?
Semplice o a giugno o a luglio vado in vacanza… - Cosa ti senti di consigliare a chi vorrebbe cominciare la tua professione?
Io sono un po’ fatalista e per questo penso che se le cose devono andare bene andranno bene.
Ho avuto la fortuna di essere nel posto giusto nel momento giusto e questo non può essere un consiglio per i neolaureati.
A essi direi che per farcela bene oggi devono avere il coraggio di studiare all’estero, di confrontarsi con i migliori e di esercitare laddove la specializzazione può ripagare lo sforzo profuso. - Hai qualche sogno nel cassetto per il tuo futuro?
Diventare papà per la seconda volta. - Hai qualche rimorso o rimpianto per il tuo passato?
Sono appassionato di Storia e Archeologia.
C’è stato un momento in cui ho dovuto decidere cosa fare da grande. Lì ho scelto con la testa e non con il cuore ma è stata una decisione che riprenderei mille altre volte. - Concludi la tua intervista con un tuo pensiero in piena libertà che rappresenta il tuo quotidiano operare o la tua filosofia di vita (proverbio, riflessione, citazione etc..).
Così faccio felice la mia professoressa delle superiori di francese: “Science sans coscience n’est que ruine de l’âme.” François Rabelais.